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Il mio libro in vendita

lunedì 17 agosto 2009

Novella LXV



Messer Lodovico da Mantova per una piccola parola, che per sollazzo dice un suo provisionato, gli toglie ciò ch'egli ha.

Ancora mi viene innanzi come piccola cagione muove un signore a dar la mala ventura altrui. Essendo messer Lodovico di Gonzaga signore di Mantova, uno suo provisionato avea detto con certi altri, piú per diletto che per altro «Signore è vino di fiasco, la mattina è buono, e la sera è guasto». La detta parola fu rapportata al signore; sí come spesso interviene, per venire in grazia del signore sempre vi sono li rapportatori. Udendo ciò messer Lodovico, fece chiamare a sé quel provisionato, e disse:
- Mo mi di'; ha' tu detto le ta' parole?
Quel rispose:
- Signor mio, sí; ma le parole mie non furon dette se non per motto, però che altra volta l'udi' dire a un valente uomo.
Disse il signore:
- Sí che tu di' che dicesti per motto, e non ti pare avere detto alcun male; e ha' mi nominato e appareggiato con un fiasco di vino. In fé di Dio, io ho voglia di farti giuoco, che sempre te ne verrebbe puzza; ma acciò che tu lo possa ben dire da dovero, spogliati in farsetto, come quando tu venisti a far con mi: e vatti con Dio.
Costui si dileguò in ora, che mai non apparí a Mantova; e lasciò il valer di due mila lire di bolognini, il quale avere tutto si tolse el signore. Cosí intervenne che signore e vin di fiasco, l'uno era vino e l'altro l'ha disfatto.


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