Messer Guglielmo da Castelbarco, perché un suo provvisionato mangia maccheroni col pane, gli toglie ciò che con lui molti anni ha guadagnato.
Nelle contrade di Trento fu già un signore, chiamato messer Guglielmo da Castelbarco, il quale, avendo seco uno (secondo ch'io già udi') a provvisione, ch'avea nome Bonifazio da Pontriemoli, e volendoli sommo bene, però che lo meritava, come valente uomo ch'avea guidato suo' dazi e gabelle; e per questa sua provvisione, e per l'utile delli officii, facendo pur lealmente, era divenuto ricco di forse sei mila lire di bolognini; essendo un venerdí costui a tavola col signore, e con altra sua brigata, essendo recati maccheroni e messi su per gli taglieri innanzi a ciascheduno, essendo venuto il cosso al signore, e veggendo il detto Bonifazio mangiare li maccheroni col pane, ed era carestia ne' detti paesi, subito comandò a' suoi sergenti che 'l detto Bonifazio fusse preso; li quali mossi, subito il presono. Costui, maravigliandosi, dice:
- Signor mio, che cagione vi muove a farmi pigliare cosí furiosamente?
Dice il signore:
- Tu 'l saprai bene: dunque mangi tu il pane col pane? e guardi d'affamare il mondo, che vedi il caro esser sí grande? e credi che io sia un matto, e non me ne avveggia?
Bonifazio, udendo la cagione, credette il signore facesse per aver diletto, e quasi cominciò a sorridere.
Disse il signore:
- Tu ridi, ah? io ti farò ben rider d'altro verso. Menatelo là alla prigione, e guardate non fuggisse.
Fu menato costui e messo nella prigione; e ivi a pochi dí fu condennato in lire sei mila di bolognini, per aver voluto turbare lo stato, non che di lui, ma di tutta la sua provincia, e spezialmente per fame. Convenne che costui rimettesse ciò che mai avea acquistato con lui, e quello che egli avea a casa sua, e pagò i detti danari, gittandogli il signore parole, come grandissima grazia gli aveva fatta di non averli tolta la vita.
Stia dunque co' signori a bastalena chi vuole; che per certo, chi non si sa partir da loro, e sta con essi a bastalena, rade volte ne capita bene, come a molti è intervenuto, come contar si potrebbe. Questo messer Guglielmo ancora tolse ciò avea un suo famiglio o sottoposto perché avea fatto metter l'arme sua in una pietra da camino, opponendo che l'aveano messa al fumo, perché l'affogasse. Poi ebbe quello che e' meritava... il feciono morire in prigione.
Nelle contrade di Trento fu già un signore, chiamato messer Guglielmo da Castelbarco, il quale, avendo seco uno (secondo ch'io già udi') a provvisione, ch'avea nome Bonifazio da Pontriemoli, e volendoli sommo bene, però che lo meritava, come valente uomo ch'avea guidato suo' dazi e gabelle; e per questa sua provvisione, e per l'utile delli officii, facendo pur lealmente, era divenuto ricco di forse sei mila lire di bolognini; essendo un venerdí costui a tavola col signore, e con altra sua brigata, essendo recati maccheroni e messi su per gli taglieri innanzi a ciascheduno, essendo venuto il cosso al signore, e veggendo il detto Bonifazio mangiare li maccheroni col pane, ed era carestia ne' detti paesi, subito comandò a' suoi sergenti che 'l detto Bonifazio fusse preso; li quali mossi, subito il presono. Costui, maravigliandosi, dice:
- Signor mio, che cagione vi muove a farmi pigliare cosí furiosamente?
Dice il signore:
- Tu 'l saprai bene: dunque mangi tu il pane col pane? e guardi d'affamare il mondo, che vedi il caro esser sí grande? e credi che io sia un matto, e non me ne avveggia?
Bonifazio, udendo la cagione, credette il signore facesse per aver diletto, e quasi cominciò a sorridere.
Disse il signore:
- Tu ridi, ah? io ti farò ben rider d'altro verso. Menatelo là alla prigione, e guardate non fuggisse.
Fu menato costui e messo nella prigione; e ivi a pochi dí fu condennato in lire sei mila di bolognini, per aver voluto turbare lo stato, non che di lui, ma di tutta la sua provincia, e spezialmente per fame. Convenne che costui rimettesse ciò che mai avea acquistato con lui, e quello che egli avea a casa sua, e pagò i detti danari, gittandogli il signore parole, come grandissima grazia gli aveva fatta di non averli tolta la vita.
Stia dunque co' signori a bastalena chi vuole; che per certo, chi non si sa partir da loro, e sta con essi a bastalena, rade volte ne capita bene, come a molti è intervenuto, come contar si potrebbe. Questo messer Guglielmo ancora tolse ciò avea un suo famiglio o sottoposto perché avea fatto metter l'arme sua in una pietra da camino, opponendo che l'aveano messa al fumo, perché l'affogasse. Poi ebbe quello che e' meritava... il feciono morire in prigione.
Nessun commento:
Posta un commento