Essendo messo di notte un bando in Firenze da casa Bardi, un cherico, essendo entrato in uno monimento per certe faccende, comincia a gridare, e 'l banditore si fugge, credendo sia stata un'anima.
Al tempo che 'l Duca d'Atene signoreggiava Firenze, morí un cavaliere de' Bardi, il quale fu riposto in uno monimento da Santa Maria sopr'Arno, che ancora oggi si vede essere nel muro dalla faccia dinanzi, il quale è sopra la via. E la notte vegnente, essendo salito alcuno cherico sul detto monimento, e avendolo scoperchiato, ed entratovi dentro per ispogliare il detto cavaliere morto, per alcun caso convenne andare un bando per parte del Duca in quell'ora della notte; e giugnendo il banditore a bandire nella via appiè del detto monimento, come ebbe compiuto el bando, e costui che era nel monimento si lieva, uscendo mezzo della sepoltura, e percotendo le mani, gridoe:
- Sia, sia, sia.
Il banditore veggendo e udendo il romore e le grida uscire con un corpo di un monimento, dà delli sproni al cavallo, e levala, come avesse mille diavoli addosso, credendo fermamente che anime di quello monimento si fossono levate e avessono fatto il detto romore, affermando il detto banditore a ciascuno che per certo di quella sepoltura un'anima, levandosi, dicendo: «Sia, sia, sia», gli avea messa tal paura addosso che mai non che credesse bandire piú, ma che il fiato suo avea perduto in tal forma ch'egli era molto presso a morte.
Tutta Firenze il giorno seguente andorono a vedere il detto monimento; chi tralunava di qua e chi di là; nella fine dissono che 'l banditore ave' aúto le traveggole e che non sapea quello che si dicea. Il Duca, sappiendo questo, volle sapere dal banditore questo fatto; e alla fine, credendo che l'avesse fatto per mettere la terra a romore, lo volea fare impiccare. Poi per la paura aúta il banditore parea che fosse invasato e fuori della memoria, e per questo campò la vita; che 'l Duca il fece cassare, e mai piú non fu banditore, e anco ne fu contento. Nuovi casi s'accozzorono insieme a far maravigliare il Duca e tutti i cittadini, e a far presso che impiccare il banditore. E per questo e per moltr'altre cose si può comprendere come la fortuna spesso avvilisce chi va piú di sicuro; come costui, che per bandire fu per morire.
Al tempo che 'l Duca d'Atene signoreggiava Firenze, morí un cavaliere de' Bardi, il quale fu riposto in uno monimento da Santa Maria sopr'Arno, che ancora oggi si vede essere nel muro dalla faccia dinanzi, il quale è sopra la via. E la notte vegnente, essendo salito alcuno cherico sul detto monimento, e avendolo scoperchiato, ed entratovi dentro per ispogliare il detto cavaliere morto, per alcun caso convenne andare un bando per parte del Duca in quell'ora della notte; e giugnendo il banditore a bandire nella via appiè del detto monimento, come ebbe compiuto el bando, e costui che era nel monimento si lieva, uscendo mezzo della sepoltura, e percotendo le mani, gridoe:
- Sia, sia, sia.
Il banditore veggendo e udendo il romore e le grida uscire con un corpo di un monimento, dà delli sproni al cavallo, e levala, come avesse mille diavoli addosso, credendo fermamente che anime di quello monimento si fossono levate e avessono fatto il detto romore, affermando il detto banditore a ciascuno che per certo di quella sepoltura un'anima, levandosi, dicendo: «Sia, sia, sia», gli avea messa tal paura addosso che mai non che credesse bandire piú, ma che il fiato suo avea perduto in tal forma ch'egli era molto presso a morte.
Tutta Firenze il giorno seguente andorono a vedere il detto monimento; chi tralunava di qua e chi di là; nella fine dissono che 'l banditore ave' aúto le traveggole e che non sapea quello che si dicea. Il Duca, sappiendo questo, volle sapere dal banditore questo fatto; e alla fine, credendo che l'avesse fatto per mettere la terra a romore, lo volea fare impiccare. Poi per la paura aúta il banditore parea che fosse invasato e fuori della memoria, e per questo campò la vita; che 'l Duca il fece cassare, e mai piú non fu banditore, e anco ne fu contento. Nuovi casi s'accozzorono insieme a far maravigliare il Duca e tutti i cittadini, e a far presso che impiccare il banditore. E per questo e per moltr'altre cose si può comprendere come la fortuna spesso avvilisce chi va piú di sicuro; come costui, che per bandire fu per morire.
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