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Il mio libro in vendita

domenica 16 agosto 2009

Novella CLVIII



Soldo di messer Ubertino degli Strozzi, essendo capitano di Santo Miniato, usa certe astuzie con la malizia de' Sanminiatesi; e in fine, sanza tenere la metà de' fanti, vinse le sètte loro, ed ebbe onore.

Al tempo che 'l Comune di Santo Miniato in Toscana era in sua libertà, come avea per usanza, mandava quasi continuo la elezione del capitanato a uno fiorentino, e per la diversità degli uomeni di quello e per lo male reggimento de' rettori, che là andavano, rade volte intervenía che alli piú di questi rettori non fosse fatta vergogna, e talora tanta che talora se ne veníano in camicia, e talora erano presso che morti. Avvenne per caso che fu eletto per capitano un Soldo di messer Ubertino degli Strozzi, uomo piacevolissimo e saputo, e non abbiente, ed era forte gottoso, e quasi di ciò perduto. Avendo costui la elezione, cominciò a pensare, e dall'una parte il tirava il bisogno, e dicea: «Io voglio andare»; dall'altra dicea: «Io non voglio andare a morire; io sono vecchio, e sono attratto di gotte: li Sanminiatesi hanno fatto sí e sí al tale e cosí all'altrettale; egli è meglio ch'io rifiuti».
Alla per fine, combattendo molte cose nella sua mente deliberò d'andare, per sovvenire alla sua necessità, e con una sottile astuzia, per riparare alle furie e alle sètte de' Sanminiatesi; e cosí accettoe. E venuto il tempo, andò nel detto officio; nel quale stando, apparí una gran mortalità, la quale fu molto prosperevole al detto Soldo, come appiede di questa novella si dimostrerrà.
Ora stando costui nel principio del suo capitanato, apparve un caso, che uno da Coligarli, o di quello paese, fu preso per alcuno eccesso, del quale, essendo colpevole, meritava d'essere dicapitato. Come la setta di messer Bindaccio Mangiadori il seppe, subito furono a lui, protestando che 'l detto non morisse; e per opposito la setta de' Ciccioni con ogni loro forza e argomento voleano che 'l preso non campasse. E questa era un'aspra contesa, come spesso interviene tra due sètte.
Veggendo Soldo questo, fra sé medesimo comincia a dire: «Io non debbo essere venuto qui per farmi uccidere, e sono poco adatto a combattere con costoro, però che io sono vecchio e infetto: a me conviene avere senno per la loro.. e portarmene quello che io avanzerò, che n'ho bisogno. E cosí pensato, disse una mattina all'una setta e all'altra che la sera andassono al banco a lui, e che piglierebbe lodo tale su' fatti del preso che l'una parte e l'altra doverrebbe rimanere per contenta; e cosí si partirono. E venuto poi l'ora del vespro, essendo Soldo al banco, l'una e l'altra setta comparirono alla difesa e all'offesa, dicendo ciascuna parte ciò che voleano. Disse Soldo:
- Io v'ho intesi, e serei molto contento della vostra pace e della vostra concordia, però che unitamente credo, se ciò fosse, consigliereste che io facesse giustizia, la quale ho giurato di fare, facendo ragione a ciascheduno; e di questo non me ne storrei, se già per voi non si facesse una cosa.
Udendo questo quelli che voleano che 'l preso campasse, dissono fare ciò che comandasse loro.
Allora disse Soldo:
- Ogni parola che voi fate è vana, altro che quello che io vi dirò. Andate, e diliberate tra voi quello che voi volete che io faccia di costui, e di concordia tornate a me, se mi direte che egli muoia, serà fatto; se mi direte che io lo lasci, subito fia lasciato.
Detto questo, ciascuno guarda l'un l'altro, e chi soffiava di qua e chi di là; alla fine si partirono, e dissono di tornare l'altra mattina. Elle furono favole, ché non che s'accordassono, ma elli non s'accozzorono mai insieme che ne ragionassono. Tornati la mattina e l'una parte e l'altra, e procurando chi pro e chi contro, disse Soldo:
- Io voglio spacciare questo fatto; che mi rispondete voi a quello che io vi dissi ieri?
Rispose l'uno dell'una parte:
- Messer lo capitano, noi non seremo mai in concordia, però che noi vogliamo che campi, ché ci pare che non meriti morte, e costoro vogliono che muoia.
Gli altri rispondeano:
- E' dice il vero, che noi vogliamo che muoia, come il peggiore uomo che mai fosse in questo paese, e merita mille morti; e sapete, messer lo capitano, che la justizia è quella che conserva, non che questa terra, ma il mondo; e però vi preghiamo che facciate ragione.
Quando costui ebbe detto che facesse ragione, disse Soldo all'altra parte:
- Voi udite che costoro non sono di concordia con voi, né voi con loro, e dicono che io faccia ragione; e voi volete che io faccia ragione o no?
A costoro parve essere nelle pastoie, e dissono:
- E anco noi vi preghiamo che voi facciate ragione.
Disse Soldo:
- Voi diciavate poco fa che non eravate di concordia; in questa parte voi sete uniti e in concordia, cioè che io faccia ragione; e io cosí farò; e ancora vi dico cosí, ciò che prima vi dissi, che se di qui a tre dí verrete di concordia l'una parte e l'altra, o che io il salvi, o che io il danni, quello seguirò, se bene direte; quanto che no, io farò ragione, come di concordia m'avete detto.
Cosí tutti si partirono non sapendo che si dire, e ma' s'accordorono. Di che Soldo seguí il suo corso, e fece morire il preso... E cosí fece sanza fare alcuna... o motto, o totto. E cosí il buon rettore quando vuol fare quello che dee, non è mai cosa non abbia, se non per l'altrui follia, e rade volte, anzi non è mai, che se vuole fare ragione, che non possa. Essendo dicapitato costui, la parte che n'era stata malcontenta alcuna volta pensava di nimicarlo in certe cattivanzuole, come nel rassegnare la famiglia, e altre cose. Ed essendosi il detto Soldo di ciò avveduto, e durante la mortalità e avendo meno famiglia che non dovea, tenea quando sei e quando otto gonnelle in una sala de' fanti sopra una stanga. Venendo il rassegnatore, il detto Soldo dicea:
- Rassegnate come vi piace -; e mostrando loro le gonnelle, dicea: - Io ne feci sotterrare istanotte quelli che voi vedete; andate giuso alle letta e troverrete assai, che hanno il gavocciolo, e qual sta male e qual si muore.
Come il notaio della rassegna vede e ode queste cose, parea cacciato da mille diavoli, e turandosi il naso si fuggía fuori del palagio, e andavasi con Dio.
Quelli che aspettavono che 'l detto Soldo fosse condennato, udendo il rassegnatore, si segnavono; e non che gli mandassono il rassegnatore, ma non passavano dal suo palagio per la pestilenza, la quale udivano v'era appresa. E cosí e di questo e d'altro si passò questo avveduto capitano con l'altrui divisione e follia, trattando li sudditi suoi come meritavono; e tornossi a Firenze sano e salvo e gottoso, come v'andò, e forse con la borsa piena e con molto onore, lasciando loro e con le loro sètte e con le loro divisioni; le quali ciascuno che le segue, fanno venire a ultima e finale destruzione; come sempre e per antico e per moderno s'è veduto nel mondo.


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