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lunedì 17 agosto 2009

Novella IX



Messer Giovanni della Lana chiede a uno buffone che faccia un bel partito: quelli ne fa uno molto nuovo: a colui non piace; fanne un altro, donde messer Giovanni scornato si parte.

Non so qual fosse più sparuto di persona, o il Genovese passato, o messer Giovanni della Lana da Reggio, del quale brievemente dirò in questa novella. Il quale messer Giovanni, non possendo stare in Reggio, stando in Imola, ed essendo in uno cerchio di valentri uomeni, non considerando alla deformità della sua persona (ché era piccolissimo judice, e avea una foggetta in capo foderata d'indisia, che pare' l'erba luccia, ed era troglio, o vero balbo), disse a uno uomo di corte, chiamato maestro Piero Guercio da Imola, piacevole buffone e sonatore di stormenti, il quale era nel detto cerchio:
- Doh, maestro Piero, fate qualche bel partito dinanzi a questi valentri uomeni.
Rispose maestro Piero:
- Io il farò, poiché voi volete. Il partito è questo: qual volete voi pigliare delle due cose l'una, o volete che io cachi in codesta vostra foggia, o voletevi cacare voi?
Disse il maestro Giovanni quasi mezzo imbiancato:
- Io non voglio né l'uno né l'altro; fatene un altro che diletti questa brigata.
Disse il buffone:
- Io lo farò, poiché voi volete; dicendo: «Qual volete voi, messer Giovanni, quando avesse cacato nel vostro cappuccio, o mettervelo in capo voi, o volete che io vel metta in capo io?”
Messer Giovanni udendo questo, se al primo partito era divenuto bianco, a questo secondo diventò rosso e bizzarro, rimanendo scornato, dicendo:
- Mo vi nasca il vermocan, ché vui se' in brutto rubaldo di merda, e così di quella vi menate per bocca, ché da altro non se' vui.
Il maestro Piero con motti si difendea e dicea:
- Vo' se' judice, veggiamo a ragione chi ha il torto di noi due -; pigliandolo per lo lembo, acciò che non si partisse, però che era già in cammino; pur con quella poca di forza che avea, si spiccò e andonne rampognando; gli altri rimasono ridendo.
Così a messer Giovanni fu insegnato dal maestro Piero una legge che giammai più non l'avea trovata. Così s'acquista spesso con gli uomeni di corte, che spesso s'entra in motti con loro, ed elli vituperano altrui; e però non si potrebbe errare a tacere, e lasciar dire un altro. Per farsi innanzi messer Giovanni, e non considerando a sé, fu beffeggiato da questo buffone con due così nobili partiti, come avete udito.


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