Non essendo obbedito dalla sua famiglia Buonanno di ser Benizo, armatosi tutto a ferro, corre la casa per sua.
Buonanno di ser Benizo fu uno fiorentino mercatante di spezieria. Era un uomo basso e largo e grosso; andava con uno tabarro, sempre sgollato, piloso molto nel collo; e avea per costume di bere la mattina, quando una volta e quando piú; e alcuna fiata s'abbatté a tale, che dicendo: «Andiamo a bere»; e 'l compagno gli dicea:
- Io non berei, se non fussi la cotal ora -; e Buonanno dicea:
- A cotest'ora purgo io il ventre -; ma dicealo a lettere grosse.
Ora venendo al fatto, questo Buonanno avea una sua moglie molto diversa; e quando Buonanno dicea: «Mela»; ed ella dicea: «Mela e pera», sempre borbottando e attraversando, e con lei non potea aver concordia. E veggendo il fante e la fante che la donna delle sue contese le piú volte rimanea al disopra, el fante e la fante ancora, ritrosendo contra Buonanno, poco il serviano. Onde, veggendosi Buonanno mal parato, pensò un dí d'andare in uno suo fondachetto, e ivi (ché v'erano l'armadure) s'armò da capo a piede; e quando fu armato, si reca in mano una sua spada nuda, ed esce fuori e comincia in terreno correre per tutto e dar della spada per gli assiti, gridando:
- Viva Buonanno.
Per tutto il terreno non trovò se non il fante; verso cui percosse con la spada di piatto, dicendo:
- Che viva?
Il fante mezzo fuor di sé, dice:
- Che vuol dir questo?
Dice Buonanno:
- Viene a dire panico pesto -; e dàgli di piatto sul capo, e dice: - Di', viva Buonanno, o io t'ucciderò.
Il fante grida alle maggiori voci che poteo:
- Viva Buonanno.
E Buonanno dàlla su per la scala, e giugne alla cucina:
- Viva Buonanno.
La fante cominciò tutta a tremare. Buonanno dà con la spada in una pentola, e fanne mille pezzi. La fante stava come smemorata, e per la putta paura grida:
- Viva Buonanno, viva Buonanno.
E Buonanno ritorna in sala; e nel mezzo di quella, cavate e poste le brache, grida vie piú forte:
- Chi vuol portar le brache or ne venga per esse -; e grida: - Viva Buonanno -; facendo intorno alle brache grandissimi colpi e grandissime menature.
La donna, udendo il romore, fassi in capo di sala. E Buonanno cosí armato si fa incontro:
- Viva Buonanno; - e dàgli una buona di piatto.
La donna dice:
- Se' tu, Buonanno? o che vuol dir questo?
E Buonanno croscia un'altra buona piattonata:
- Viva Buonanno.
Ancora nol disse; onde Buonanno tocca la terza
- Io dico: di': viva Buonanno, o io t'ucciderò.
La donna a mal in corpo dice:
- Viva Buonanno, viva Buonanno.
E cosí per tutta la casa per questo modo trascorre.
E tornando verso la moglie e l'altra famiglia, disse:
- Ècci nessuno che si vogli mettere le mie brache? elle sono qui in terra, vada per esse. Io sono il signore...
Buonanno di ser Benizo fu uno fiorentino mercatante di spezieria. Era un uomo basso e largo e grosso; andava con uno tabarro, sempre sgollato, piloso molto nel collo; e avea per costume di bere la mattina, quando una volta e quando piú; e alcuna fiata s'abbatté a tale, che dicendo: «Andiamo a bere»; e 'l compagno gli dicea:
- Io non berei, se non fussi la cotal ora -; e Buonanno dicea:
- A cotest'ora purgo io il ventre -; ma dicealo a lettere grosse.
Ora venendo al fatto, questo Buonanno avea una sua moglie molto diversa; e quando Buonanno dicea: «Mela»; ed ella dicea: «Mela e pera», sempre borbottando e attraversando, e con lei non potea aver concordia. E veggendo il fante e la fante che la donna delle sue contese le piú volte rimanea al disopra, el fante e la fante ancora, ritrosendo contra Buonanno, poco il serviano. Onde, veggendosi Buonanno mal parato, pensò un dí d'andare in uno suo fondachetto, e ivi (ché v'erano l'armadure) s'armò da capo a piede; e quando fu armato, si reca in mano una sua spada nuda, ed esce fuori e comincia in terreno correre per tutto e dar della spada per gli assiti, gridando:
- Viva Buonanno.
Per tutto il terreno non trovò se non il fante; verso cui percosse con la spada di piatto, dicendo:
- Che viva?
Il fante mezzo fuor di sé, dice:
- Che vuol dir questo?
Dice Buonanno:
- Viene a dire panico pesto -; e dàgli di piatto sul capo, e dice: - Di', viva Buonanno, o io t'ucciderò.
Il fante grida alle maggiori voci che poteo:
- Viva Buonanno.
E Buonanno dàlla su per la scala, e giugne alla cucina:
- Viva Buonanno.
La fante cominciò tutta a tremare. Buonanno dà con la spada in una pentola, e fanne mille pezzi. La fante stava come smemorata, e per la putta paura grida:
- Viva Buonanno, viva Buonanno.
E Buonanno ritorna in sala; e nel mezzo di quella, cavate e poste le brache, grida vie piú forte:
- Chi vuol portar le brache or ne venga per esse -; e grida: - Viva Buonanno -; facendo intorno alle brache grandissimi colpi e grandissime menature.
La donna, udendo il romore, fassi in capo di sala. E Buonanno cosí armato si fa incontro:
- Viva Buonanno; - e dàgli una buona di piatto.
La donna dice:
- Se' tu, Buonanno? o che vuol dir questo?
E Buonanno croscia un'altra buona piattonata:
- Viva Buonanno.
Ancora nol disse; onde Buonanno tocca la terza
- Io dico: di': viva Buonanno, o io t'ucciderò.
La donna a mal in corpo dice:
- Viva Buonanno, viva Buonanno.
E cosí per tutta la casa per questo modo trascorre.
E tornando verso la moglie e l'altra famiglia, disse:
- Ècci nessuno che si vogli mettere le mie brache? elle sono qui in terra, vada per esse. Io sono il signore...
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