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Il mio libro in vendita

martedì 18 agosto 2009

Indice delle Novelle dalla LXXXI alla XC



Novella LXXXI - Uno Sanese, stando da casa i Rossi in Firenze, avendo prestato danari a uno di loro, va dov'e' giuoca e colui, veggendolo, e avendo vinto, comincia a biastemare, e 'l Sanese dice che non gli de' dar nulla.
Novella LXXXII - Uno Genovese quasi uomo di corte per una festa che si fa a Melano, giugne dinanzi a messer Bernabò, il quale, volendo vedere come sostiene al bere, il fa provare con un gran bevitore suo famiglio; e 'l Genovese il vince.
Novella LXXXIII - A Tommaso Baronci, essendo de' Priori, sono fatte da' Priori tre piacevoli beffe.
Novella LXXXIV - Uno dipintore sanese, sentendo che la moglie ha messo in casa un suo amante, entra in casa e cerca dell'amico, il quale trovando in forma di crocifisso, volendo con un'ascia tagliarli quel lavorío, il detto si fugge, dicendo: «Non scherzare con l'ascia».
Novella LXXXV - Uno Fiorentino toglie per moglie una vedova stata disonestissima di sua persona, e con poca fatica la gastiga sí ch'ella diviene onesta.
Novella LXXXVI - Fra Michele Porcelli truova una spiacevole ostessa in uno albergo, e fra sé dice: «Se costei fusse mia moglie, io la gastigherei sí, che ella muterebbe modo». Il marito di quella muore; Fra Michele la toglie per moglie e gastigala com'ella merita.
Novella LXXXVII - Maestro Dino da Olena medico, cenando co' Priori di Firenze una sera, essendo Dino di Geri Tigliamochi gonfaloniere di justizia, fa tanto che 'l detto Dino non cena, volendo dar poi i confini al detto maestro Dino.
Novella LXXXVIII - Uno contadino da Decomano viene a dolersi a messer Francesco de' Medici che uno suo consorto gli vuol tòrre una vigna, e allega si piacevolmente che messer Francesco fa ch'ella non gli è tolta.
Novella LXXXIX - Il prete da Mont'Ughi, portando il corpo di Cristo a uno infermo, veggendo uno su uno suo fico, con parole nuove e disoneste lo grida, poco curandosi del sacramento che avea tra le mani.
Novella XC - Un calzolaio da San Ginegio tratta di tòrre la terra a messer Ridolfo da Camerino, al quale essendo venuto agli orecchi, con belle parole lo fa ricredente del suo errore, e perdonagli.


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